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giovedì 1 dicembre 2011

Piano casa e finanza di progetto, i privati a sostegno della ripresa








 

L’intervento di Michele Vona, amministratore unico di Vona Costruzioni, ha aggiunto un nuovo tema a quelli già discussi: la necessità di costruire edifici a basso impatto energetico e ad alto contenuto prestazionale.
«I ritardi, la mancanza di chiarezza a livello normativo, il fatto che ogni singolo passaggio amministrativo venga trattato singolarmente, per noi imprenditori sono fattori di criticità ineludibili» ha osservato Vona «Anche per queste ragioni ci sono pochi cantieri aperti rispetto al passato, non solo per la crisi economica. Secondo me il problema va approcciato alla radice, proponendo qualcosa di molto forte, evitando di rimettere in piedi meccanismi già vecchi, pensati dieci, quindici anni fa. Operando con molti clienti stranieri ho potuto constatare che guardano all’efficientamentoenergetico degli immobili molto più degli Italiani. Ritengo che oggi abbiamo la possibilità di fare un salto generazionale, nel senso che bisogna pensare alla casa in modo completamente diverso rispetto a prima. Andrebbe studiato un meccanismo diverso di valorizzazione del prodotto immobiliare, pensando alla abitazione come a un servizio. Un immobile certificato a livello energetico ha un valore superiore a un immobile che non ha questi requisiti. Questo salto culturale si traduce in nuove opportunità di lavoro e nuove occasioni di business. La sfida vera sta nel confronto costruttivo tra le parti che operano per la realizzazione di un manufatto. Nella mia azienda abbiamo immaginato il cantiere come qualcosa di innovativo, come un ciclo produttivo dove possiamo andare a certificare tutti i prodotti che sono all’interno di questa filiera. Rispetto all’industria scontiamo un ritardo ventennale nella certificazione dei prodotti, che ha dei riflessi enormi anche nel lungo periodo, in
termini di gestione del manufatto, sia esso opera pubblica, che immobile o capannone industriale. Dobbiamo abituarci a valutare la durabilità del prodotto, perché se è limitata nel tempo il risparmio che ho avuto oggi del 20%, nei prossimi dieci anni si tramuterà in un onere. Costruire un edificio con dei requisiti tecnici particolari ha indubbiamente dei maggiori costi, ma in prospettiva questa scelta porta solo dei vantaggi. Così come è stata prevista negli anni la sostituzione programmata delle automobili obsolete, così andrebbe ipotizzata una misura analoga per gli edifici che non si possono più sostenere a livello energetico. Sul patrimonio esistente vanno previsti degli obblighi di certificazione, da indicare già in sede di compravendita. Si può intervenire sul privato facendo leva sugli incentivi, così come è accaduto nel settore del fotovoltaico, prima che il governo decidesse di fermare tutto».


(IL NUOVO CANTIERE, Novembre 2011 N. 8 )

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